Un Rosario speciale nella casa di via Genova

“Regalami un minuto… cura le relazioni!”: è stato il tema della Festa della Comunità del 2022. Un tema che non cade dalle nuvole, esso è il condensato di un percorso fatto lungo tutto quest’anno con il Consiglio pastorale parrocchiale (organismo della comunità, rappresentativo dei diversi volti della nostra parrocchia e che si interroga sulle strade da percorrere insieme). Dal primo incontro, dopo una condivisione e confronto tra tutti, è emerso come ci fosse il bisogno di recuperare le relazioni all’interno della comunità; relazioni messe alla prova da quasi due anni di pandemia. Parola d’ordine: cura, una bella parola perché porta con sé molti significati: cura, far guarire le relazioni ferite; cura, custodire le relazioni fragili; cura custodire le relazioni come un bene prezioso.

Nel percorso ci siamo soffermati sul tema della cura delle relazioni con le persone fragili. Siamo stati aiutati ad affrontare la tematica da tre interventi: di Tommaso e Matteo, responsabili della Comunità alloggio estensiva di Salzano, in via Genova; di Francesca e Barbara, volontarie del Gruppo Amici; di Giorgia, educatrice in un Centro diurno per disabili. 

È emerso come nel nostro contesto sociale non mancano persone fragili e vulnerabili, persone che con la pandemia hanno sofferto più di altre. Le restrizioni, le limitazioni alle relazioni interpersonali e le interruzioni delle attività abituali hanno comportato un aggravio della situazione e della qualità di vita di queste persone. Ciò che è emerso durante la pandemia è una “approssimazione” del nostro sistema nei confronti del mondo della disabilità, la mancanza di una strategia complessiva. Nei confronti di questo mondo c’è la tendenza ad avere un approccio sempre molto emotivo, che offre risposte ai bisogni ma in modo sporadico e che si esaurisce velocemente. Ciò che sarebbe auspicabile è l’avvio di un processo che porti a una cultura della solidarietà basata sulla centralità della persona. Ancora, la relazione con le persone più fragili porta con stupore a interrogarsi su chi porta la normalità a chi… Se riconoscessimo, nella nostra singolarità, un pizzico di pazzia in ognuno di noi, e anche un po’ di disabilità, forse la prospettiva nostra verso queste persone cambierebbe.

In questo tempo abbiamo stretto relazione e amicizia con quanti vivono nella comunità di via Genova, una comunità aperta all’incontro, desiderosa di essere parte viva del nostro territorio… Ecco che in questo mese di maggio presso questa Comunità abbiamo pregato insieme il Rosario con la presenza e l’animazione da parte di alcuni gruppi della parrocchia. La cosa bella è che, frequentandola, si scopre che non è un posto dove ci sono persone con problemi, ma una casa dove ci sono volti, storie, cuori che hanno un nome: Matteo, Ivaldo, Luisa, Leone, Alla… 

Spesso abbiamo paura a confrontarci con le persone fragili, perché fanno emergere quella che è la nostra fragilità. Ma quando ti esponi, quando ti sbilanci verso l’altro, scopri che a volte basta poco, basta regalare e regalarsi un minuto!

Don Matteo Cecchetto


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